Lestopitta
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.
TECNICHE DI LAVORAZIONE: Impastare la farina ed un pizzico di sale, con l’acqua tiepida e qualche goccia d’olio fino ad ottenere una sfoglia piuttosto sottile; staccare dei pezzetti di pasta e fare delle palline di media grandezza, lavorarle bene e con il matterello spianarle, con un coperchio tagliare dei dischetti del diametro di 10-15 cm. Ungere una padella di ferro con poco olio e quando è ben calda mettere le pitte e farle cuocere prima da un lato e poi dall’altro. Servirle calde con olio nuovo o con salami e formaggi.
PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.
territorio = RC
INGREDIENTI UTILIZZATI: Farina, acqua, olio e sale.
FORMA: Circolare.
DIMENSIONI MEDIE: Diametro di 15 cm.
PESO MEDIO: 30 gr.
SAPORE: Farinaceo.
ODORE: Di fritto.
TERRITORIO INTERESSATO: Comune di Bova in Provincia di Reggio Calabria.Lestopitta è un prodotto tradizionale di Bova che ricorda il pane azzimo di cultura ebraica; un insediamento ebraico è storicamente provato nella toponomastica della città di Bova.La lestopitta può essere consumata al posto del pane, spaccata e condita con olio e sale, o farcita con cicciole di maiale e pepe rosso. In origine era una focaccia rituale, decorata o dipinta (picta: dipinta), che gli antichi popoli italici ed i Romani offrivano alle divinità . Secondo il Rohlfs il nome deriva dal greco volgare pitta, che significa, focaccia.
Granita (Scirobetta)
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Miste.
TECNICHE DI LAVORAZIONE: Mescolare pari quantità di acqua con le fragole tagliate a pezzettini e aggiungere lo zucchero. Mantecare il tutto per 15 minuti alla temperatura di -25 èC. Conservare in campane d acciaio alla temperatura di circa 5-8 èC.Per la granita di limone o caffè si addiziona l’acqua solo se richiesta per avere un prodotto più liquido.
PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.
territorio = RC
INGREDIENTI UTILIZZATI: Acqua, zucchero, succo di limone, fragole a pezzi, caffè.
SAPORE: Fresco.Â
ODORE: Fruttato o caffè.
TERRITORIO INTERESSATO: Area dello Stretto (da Copo d’Armi a Cannitello) e Area della Costa Viola (da Scilla a Rosarno) in Provincia di Reggio Calabria.Era usanza, per alleviare il soffocante caldo, conservare la neve in profonde grotte scavate nella roccia e uomini attrezzati di vanga, botti di legno e muli, la portavano quotidianamente a valle. Gli appartenenti alla classe dominante, invece, conservavano grandi quantità di neve, avvolta in paglia, in profonde fosse praticate nel terreno o nelle cantine più fresche.La scirobetta veniva bevuta con il vino dagli adulti, mentre le signore ed i ragazzi consumavano la neve affogata con succo di limone o d arancia: un prototipo dell odierna granita.Citata su:- Il libro d oro della cucina e dei vini di Calabria e Basilicata di Ottavio Cavalcanti, Editore Mursia  1979;- Diario di un viaggio a piedi, Calabria 1847 di Edward Lear (1812-1888), edizione italiana a cura di Parrello 38, Reggio Calabria, 1937.
Ginetti
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Miste.
TECNICHE DI LAVORAZIONE: Si impastano manualmente gli ingredienti e dopo amalgamati gli si dà la forma, Si sistemano i ginetti sulla placca del forno leggermente unta e si fanno cuocere. Tolti dal forno si fanno raffreddare e vengono immessi in una soluzione di acqua e zucchero sciolto in una pentola sul fuoco.
PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.
CONSERVAZIONE: Si conservano in un luogo asciutto per circa un mese.
territorio = TUTTE
INGREDIENTI UTILIZZATI: Farina tipo “00”, acqua, zucchero, ammoniaca.
FORMA: Rotonda con foro centrale.
DIMENSIONI MEDIE: Diametro circa 2 cm.
PESO MEDIO: Pacchetti da 300 e 400 gr.
SAPORE: Dolce.
ODORE: Gradevole.
COLORE: Bianco.
tradizione = Questi prodotti venivano preparati in Calabria dalle contadine in occasione delle feste patronali. Durante le processioni e i pellegrinaggi ai santuari, i ginetti decoravano, insieme ai taralli, le statue dei santi patroni. Le fanciulle vergini vestite di bianco le infilavano alle braccia come se fossero dei bracciali, ciò spiega la loro forma. I taralli, quindi, erano offerte votive di grande valore simbolico che nel tempo hanno perso il loro stupendo significato.
Frese al peperoncino (Frise vruscenti)
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Miste.
TECNICHE DI LAVORAZIONE: Con la pasta del pane lievitato si formano dei pezzi a forma di cilindro o, più solitamente, delle forme circolari schiacciate con foro al centro. Si infornano una prima volta a 300°C per 20 minuti circa per favorire la cottura degli amidi. Appena sfornati i pezzi vengono lasciati raffreddati per poi essere tagliati in due longitudinalmente. Successivamente vengono riposti nuovamente in forno per la biscottatura.
PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.
CONSERVAZIONE: Conserva bene le caratteristiche organolettiche per alcune settimane.
territorio = TUTTE
INGREDIENTI UTILIZZATI: Farina di grano duro e tenero, acqua, sale, lievito naturale, peperoncino piccante.
FORMA: Rotonda con foro centrale.
DIMENSIONI MEDIE: Diametro circa 15 cm.
PESO MEDIO: 70 g. (singola fresa).
SAPORE: Piccante.
ODORE: Gradevole.
COLORE: Rossastro.
tradizione = Questo alimento è ancora oggi molto diffuso in tutta la Calabria, in particolare nei ristoranti dove viene consumata come antipasto. Storicamente, però, la fresa nasce come alimento di lunga conservazione che si consumava quando era terminata la scorta di pane o come “merenda” dei contadini. Era, infatti, bagnata con il vino e su di essa si strofinavano i pomodori.
Frese integrali (Frese)
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Miste.
TECNICHE DI LAVORAZIONE: Con la pasta del pane lievitato si formano dei pezzi a forma di cilindro o, più solitamente, delle forme circolari schiacciate con foro al centro. Si infornano una prima volta a 300°C per 20 minuti circa per favorire la cottura degli amidi. Appena sfornati i pezzi vengono lasciati raffreddati per poi essere tagliati in due longitudinalmente. Successivamente vengono riposti nuovamente in forno per la biscottatura.
PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.
territorio = TUTTE
INGREDIENTI UTILIZZATI: Acqua, sale, lievito naturale, 50% di farina tipo “00” e 50% di farina integrale.
DIMENSIONI MEDIE: Diametro circa 15 cm.
PESO MEDIO: 70 g. (singola fresa).
SAPORE: Gradevole.
ODORE: Gradevole.
COLORE: Dorato.
tradizione = Questo alimento è ancora oggi molto diffuso in tutta la Calabria, in particolare nei ristoranti dove viene consumata come antipasto. Storicamente, però, la fresa nasce come alimento di lunga conservazione che si consumava quando era terminata la scorta di pane o come “merenda” dei contadini. Era, infatti, bagnata con il vino e su di essa si strofinavano i pomodori
Frese bianche (Frese ianche)
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Miste.
TECNICHE DI LAVORAZIONE: Con la pasta del pane lievitato si formano dei pezzi a forma di cilindro o, più solitamente, delle forme circolari schiacciate con foro al centro. Si infornano una prima volta a 300°C per 20 minuti circa per favorire la cottura degli amidi. Appena sfornati i pezzi vengono lasciati raffreddati per poi essere tagliati in due longitudinalmente. Successivamente vengono riposti nuovamente in forno per la biscottatura.
PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.
territorio = TUTTE
INGREDIENTI UTILIZZATI: Farina tipo “00”, acqua, sale, lievito naturale.
FORMA: Rotonda con foro centrale.
DIMENSIONI MEDIE: Diametro circa 15 cm.
PESO MEDIO: 70 g. (singola fresa).
SAPORE: Gradevole.
ODORE: Gradevole.
COLORE: Dorato.
tradizione = Questo alimento è ancora oggi molto diffuso in tutta la Calabria, in particolare nei ristoranti dove viene consumata come antipasto. Storicamente, però, la fresa nasce come alimento di lunga conservazione che si consumava quando era terminata la scorta di pane o come “merenda” dei contadini. Era, infatti, bagnata con il vino e su di essa si strofinavano i pomodori.
Fichi ricoperti al cioccolato
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Miste.
TECNICA DI LAVORAZIONE: I fichi bianchi, provenienti da zone non ricche di acqua, si raccolgano quando sono parzialmente appassiti, mettendoli ad essiccare al sole, su apposite stuoie. Quando sono essiccati si imbottiscono con noci o nocciole o mandorle, si aggiungono gli aromi e si richiudono appiattendoli. Successivamente si cuociono in forni modestissimamente caldi, alimentati con frasche di olivo o di ginestra. Si lasciano raffreddare e si ricoprono con cioccolato fuso fondente o bianco.
PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.
territorio = TUTTE
INGREDIENTI UTILIZZATI: Fichi secchi, cannella, noci, nocciole, mandorle, cioccolato, scorze di arance, limoni o di cedri.
FORMA: Del frutto.
DIMENSIONI MEDIE: 5 cm.
PESO MEDIO: 50 gr.
SAPORE: Dolce.
ODORE: Cioccolato e cannella.
COLORE: Marrone.
tradizione = Sui fichi di Calabria così si è espresso molto significativamente l’Abate Giocchino da Fiore: “Nientemeno più prezioso, e per la copia e per la perfezione egli è il raccolto dei fichi. Principia egli nel mese di giugno e si allunga fino all’altro di decembre, sempre l’une succedendo all’altre … nere, bianche, altre brune, altre rossaccie, tutte però così dolci, che filano dalla creduta bocca stille di miele, e come se per filarlo non bastasse una sola apertura sul capo, sovvente ancora si stracciano per i fianchi”.
Dita d’apostolo
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO:Â Esclusivamente manuale.
TECNICA DI LAVORAZIONE: Preparare il Pan di Spagna versarlo all’interno di uno stampo di carta a forma cilindrica, disporre in una teglia e infornare; una volta cotto riempire l’interno con crema pasticcera al cioccolato, farcire l’esterno con glassa bianca e decorare con pezzettini di pistacchio.
PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.
territorio = RC
INGREDIENTI UTILIZZATI: Pan di Spagna, crema al cioccolato, glassa.
FORMA: Bastoncino cilindrico.
DIMENSIONI MEDIE: Lunghi 10 cm., larghi 1 cm.
PESO MEDIO: 70 – 80 gr.
SAPORE: Dolce.
ODORE: Glassato.
ALTRE CARATTERISTICHE: Ricoperto con pezzettini di pistacchio.
AREA DI PRODUZIONE: Bagnara Calabra (RC) e Reggio Calabria.Dolce tipico di Bagnara Calabra dove la lunga tradizione religiosa oltre ad aver lasciato ricche testimonianze ha condizionato anche la nomenclatura di alcuni dolci.
Cuzzupa
La Cuzzupa nella tradizione calabrese, ed in particolare della provincia di Catanzaro, è un dolce tipico della festività di Pasqua. Originariamente, quando lo zucchero era un alimento di lusso, le Cuzzupe erano fatte con pasta di pane la quale, modellata in diverse forme, veniva decorata con uova sode. Il numero delle uova aveva un preciso significato: in numero di sette significava che un fidanzamento era prossimo a tramutarsi in matrimonio, in numero di nove invece si rinnovava la promessa di fidanzamento. Questo prodotto, che aveva quindi un significato simbolico, veniva regalato dalla suocera al genero. Dice il detto popolare “Cu’ nova rinnova, cu’ setta s’assetta” (Con nove – uova – rinnova, con sette si siede cioè si accasa).
Cupeta
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Miste.
TECNICHE DI LAVORAZIONE: Gli ingredienti vengono amalgamati nell’impastatrice, il composto viene dunque diviso in forme e quindi cotto nel forno rotativo.
PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.
territorio = CZ
INGREDIENTI UTILIZZATI: Farina, zucchero, mandorle, olio di oliva, latte, vanilina, lievito naturale, aromi naturali (limone, mandorle amare).
FORMA: Varie.
DIMENSIONI MEDIE: Varie.
PESO MEDIO: 40-60 gr.
SAPORE: Dolce.
ODORE: Gradevole.
COLORE: Bianco sporco.
AREA DI PRODUZIONE: Comuni della zona jonica catanzarese.Prodotto tradizionale della pasticceria familiare e aziendale del comprensorio della zona ionica catanzarese.Esiste documentazione in grado di comprovare la tradizionalità del prodotto presso aziende artigianali e testi sulle tradizioni gastronomiche calabresi.