bucce

Fichi d’India di Calabria (Ficundiane)

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LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Miste.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: La pianta, anche se si presta, ancora non viene coltivata in Calabria, ma vegeta spontaneamente su quasi tutto il territorio regionale, in particolare in prossimità delle coste, quindi non necessita di alcuna lavorazione.

MATURAZIONE STAGIONATURA DEL PRODOTTO: Il periodo di maturazione va dal mese di agosto al mese di ottobre.

territorio = TUTTE

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FORMA: Cilindrica.

DIMENSIONI MEDIE: Lunghezza cm. 10, larghezza cm. 5.

PESO MEDIO: 45-60 gr.

SAPORE: Molto dolce.

ODORE: Profumo tipico.

COLORE: Giallo con riflessi rossi.

tradizione = Nome volgare della pianta Opuntia Ficus-indica appartenente alla famiglia delle Cactacee. Il fico d’india è originario dell’America del Sud, ma si è ben acclimatato nel Mediterraneo dove vive sia coltivato sia inselvatichito. Un tempo la pianta delineava i confini di proprietà terriera. Le bucce, in alcune località calabresi, venivano accuratamente spazzolate dalle spine, asciugate al sole e conservate in salamoia per poi consumarle durante l’inverno. La pianta è caratterizzata da rami appiattiti, spinosi, articolati, fiori solitari con petali numerosi. I frutti, noti appunto come Fichi d’India, sono eduli e dolci, ma protette da rigide setole pungenti. La polpa è di colore giallo o di colore rossastro.La vegetazione spontanea-selvatica e le particolari condizioni pedoclimatiche della Calabria conferiscono al prodotto una qualità organoletticamente superiore a quella di altri Fichi d’India prodotti in altre regioni d’Italia. Il prodotto deve anche la sua tradizionalità e qualità alla particolarità delle cultivar selvatiche presenti.E’ presente, allo stato selvatico, da tantissimi anni su quasi tutto il territorio Calabrese.

Liquore di cedro

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liquore di cedro

Sulla costa tirrenica cosentina da Tortora a Cetraro, sulla Riviera dei cedri, si produce il 98% della produzione nazionale del cedro. Questo agrume lo si trova citato nell’Antico Testamento come il frutto (etrog) dell’albero più bello (adar), da cogliere per la festa delle capanne (sukkot) tipica del rituale religioso ebraico e tramandata sino ai nostri giorni. Alcuni riferimenti della coltura del cedro si trovano negli scritti dell’Alberi del 1561 e dell’Abete Sestini nel 1970. In Calabria il cedro sarebbe giunto intorno al terzo secolo a.C., sempre ad opera delle popolazioni ebraiche, fondatrici di numerose colonie nella Magna Grecia. Il cedro non è un frutto commestibile allo stato fresco, ma necessita di opportune trasformazioni. Per questi motivi la quasi totalità della produzione di cedro è destinata all’industria alimentare, farmaceutica e cosmetica. Nel territorio calabrese sono presenti pochissime imprese artigianali che trasformano questo prodotto. La produzione del cedro è passata da quasi 50.000 quintali del 1970 a meno di 7.000 quintali negli ultimi anni. Continua a leggere “Liquore di cedro”

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