Pignolata al miele (Napiteddhi)
“Il Carnevale, si diceva, era la festa della trasgressione, dell’illiceità, del superamento dell’atavica fame. Sulla tavola trasbordavano i maccarruni i zita con ragù di maiale (rassu e mariu), pasta o furnu, polpette che piacevano ai bambini, ma questi aspettavano soprattutto la distribuzione generosa della pignolata. Questo dolce era composto da palline di pasta fritte nello strutto e poi assemblata in mucchietti ricoperti con glassa di cioccolato ed al limone, oppure composto in piccoli coni impastati e ricoperti con il miele e decorati con confettini colorati (napiteddhi)”
da “Quando a Reggio non c’erano i cornetti” di Giuseppe Polimeni, pubblicato su Calabria Sconosciuta anno XVI n. 58. Citata in:
- “L’aristocrazia dei cibi”, Luigi Veronelli nel supplemento al n. 1211 di EPOCA 1973, Mondatori Milano;
- “Reggio Calabria arcobaleno d’Italia”, a cura dell’A.A.S.T., Reggio Calabria 1955.
Pesca
Pasta col ferretto (Maccarruni, Fusilli)
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.
TECNICHE DI LAVORAZIONE: Si impastano manualmente gli ingredienti e dopo amalgamati il composto viene diviso in pezzetti.Successivamente, i pezzetti vengono passati con un ferretto su un tavolo, con le mani, al fine di raggiungere la forma tipica forata.
PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.
MATURAZIONE STAGIONATURA DEL PRODOTTO: Il prodotto deve asciugare per almenno 6/8 ore.
CONSERVAZIONE: Pochi giorni.
territorio = CS
INGREDIENTI UTILIZZATI: Farina di grano duro, acqua, sale.
FORMA: Allungata e scomposta dovuta al ferretto.
DIMENSIONI MEDIE: Lunghezza 9-14 cm. – Diametro 5 mm.
PESO MEDIO: 2-4 gr.
SAPORE: Rustico tipico.
ODORE: Di grano.
COLORE: Bianco-giallo.
tradizione = Antica e tradizionale ricetta familiare praticata in molti comuni del cosentino.Esiste documentazione che comprova la tradizionalità del prodotto presso testi di cucina calabrese.