E’ caratterizzato da uno spiccato sapore amaro e odore pungente che ne costituiscono la peculiarità. A causa del periodo produttivo questo miele presenta un elevato contenuto in umidità.
Il consumo di miele in Calabria era destinato essenzialmente alle ricorrenze poichè il miele veniva utilizzato per la preparazione di dolciumi tradizionali (pignolata, mustaccioli di Soriano, ecc.). Nella cultura contadina veniva usato a scopo medicinale e terapeutico per curare ad esempio le affezioni bronchiali. Nella tradizione calabrese il miele era conosciuto come tale mentre, la caratterizzazione dei mieli monoflora è subentrata in anni più recenti. Anticamente l’unica distinzione che veniva fatta era tra mieli “chiari” (agrumi, millefiori) e mieli “scuri” (castagno, melata, eucalipto). Le arnie, detti “bugni villici” erano ricavate da tronchi di alberi o “si fabbricavano con vimini di salice intrecciati” come è riportato anche nel De re rustica di Columella. Dalla “pitta” (cioè il favo di miele) che si formava, si procedeva all’estrazione del miele che avveniva per torchiatura (torchi a mano).
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Artigianale e industriale.
TECNICHE DI LAVORAZIONE: Prima dell’introduzione delle arnie a favo mobile (introdotte agli inizi del ‘900), l’estrazione del miele avveniva tramite torchiatura. Oggi l’estrazione avviene per centrifugazione.
Le principali fasi di lavorazione sono:
- disopercolatura manuale o meccanica;
- estrazione con smielatori radiali meccanici;
- filtrazione meccanizzata;
- decantazione (circa 15 giorni);
- confezionamento in vasetti di vetro (da 50 a 1000 grammi).
Poichè normalmente non si effettua pastorizzazione o altri trattamenti termici, la maggior parte del miele prodotto in Calabria, si può definire vergine integrale.
PERIODO DI PRODUZIONE: Ottobre – gennaio.
CONSERVAZIONE: Fino a 2 anni.
territorio = TUTTE
PESO MEDIO: Delle confezioni in vasetto da 50 a 1000 grammi.
SAPORE: Da poco dolce ad amaro.
ODORE: Pungente, amaro.
COLORE: Da ambra fino a nocciola, marrone.