Pare che la prima tecnica di conservazione del cibo sia da attribuire all’Homo sapiens e risalga a 30.000 anni fa: l’essiccazione al sole ed al vento. Successivamente ne vennero scoperte altre, dettate dall’esigenza di conservare a lungo gli alimenti, per poter disporre delle riserve necessarie a fronteggiare evenienze di ogni tipo (inverno, carestie, guerre …)
Nel ‘500 a. c. i Fenici, eccellenti navigatori, riempivano la cambusa delle loro navi con carne secca e pesce affumicato o sotto sale …
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.
TECNICHE DI LAVORAZIONE: I pesciolini appena pescati vengono lavati con acqua dolce e stesi su di un ripiano solitamente marmoreo. La sardellina è messa in salamoia, nei caratteristici recipienti di terracotta (terzaluru). Solo dopo una lunga stagionatura, è rimossa dal contenitore ed amalgamata a mano con piccante peperoncino rosso macinato.Si conserva nel contenitore sopra citato per lunghi periodi con dei pesi sopra, generalmente costituiti da pietre di mare.
PERIODO DI LAVORAZIONE: Da marzo a giugno.
MATURAZIONE STAGIONATURA DEL PRODOTTO: Il prodotto una volta messo nei contenitori viene fatto stagionare in ambienti umidi a temperatura di 6-7°C per un periodo di circa 6 mesi – un anno.
territorio = KR
INGREDIENTI UTILIZZATI: Neonata di sarda e/o acciuga del mar Jonio, sale e peperoncino rosso macinato
FORMA: Impasto denso ed omogeneo.
PESO MEDIO: 500 gr. per la confesione.
SAPORE: Piccante o leggermente piccante.
ODORE: Forte e intenso.
COLORE: Rosso.
tradizione = Presso testi di cucina calabrese esiste documentazione in grado di comprovare la tradizionalità del prodotto.