Limetta o Lime (Piretta)

Antico e particolare agrume coltivato da molti decenni nella Piana di Sibari. Frutto di forma tonda schiacciata ai poli, di pezzatura media piccola e di colore giallo-verdognolo.L’elemento caratterizzante di questo prodotto è il profumo intenso, molto più accentuato rispetto ai limoni comuni. Le particolari condizioni pedoclimatiche, della piana di Sibari, conferiscono al prodotto una qualità organoletticamente superiore a quella di altre varietà di limoni.
Involtini di Melanzane
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Miste.
TECNICHE DI LAVORAZIONE: Pelare le melanzane, tagliarle a fette larghe, lasciarle macerare per 48 ore in sale, acqua e aceto, poi asciugarle ed imbottirle con capperi, aglio, menta, peperoncino, invasarle in recipienti di vetro e aggiungere olio extra vergine di oliva.
PERIODO DI LAVORAZIONE: Da giugno a settembre.
CONSERVAZIONE: Si conservano in barattoli di vetro con olio per circa 6 mesi.
territorio = TUTTE
INGREDIENTI UTILIZZATI: Melanzane, menta, peperoncino piccante, capperi, aglio, olio extra vergine di oliva, aceto, sale.
FORMA: Involtino.
DIMENSIONI MEDIE: 10×3 cm.
PESO MEDIO: 40 gr.
SAPORE: Gradevole.
ODORE: Di spezie.
COLORE: Verde chiaro.
tradizione = Antica ricetta tradizionale calabrese.
Insalata di Arance (‘nzalata ‘i Portualli)
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.
TECNICHE DI LAVORAZIONE: Sbucciare le arance, tagliando in profondità in modo da eliminare anche la pellicina esterna; tagliare a fette e condire con olio d’oliva, sale e pepe nero.
PERIODO DI LAVORAZIONE: Dal mese di novembre al mese di febbraio.
territorio = TUTTE
INGREDIENTI UTILIZZATI: Arance dolci, olio d’oliva, pepe nero, sale.
FORMA: A spicchi.
DIMENSIONI MEDIE: Lungo 5 cm. e largo 1,5 cm.
PESO MEDIO: 10 gr.
SAPORE: Asprigno.
ODORE: Acre.
tradizione = La tradizione vuole che si accompagni alle frittole in quanto sgrassante.La ricetta è riportata da Ottavio Cavalcanti su “panza chjina fa cantari – cucina e vini di calabria” P. Perri Editore.
Germogli di Pungitopo sott’olio (Vruscula sott’olio)
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.
TECNICHE DI LAVORAZIONE: Sbollentare in acqua, aceto e sale il pungitopo; lasciare asciugare e conservare sott’olio.
PERIODO DI LAVORAZIONE: Dal mese di aprile al mese di maggio.
territorio = RC
INGREDIENTI UTILIZZATI: Olio, aceto, sale, germogli di pungitopo.
FORMA: Varia.
DIMENSIONI MEDIE: Varia.
PESO MEDIO: Vario.
SAPORE: Amarognolo.
ODORE: Acre.
AREA DI PRODUZIONE: San Pietro di Caridà (RC).E’ una specie (Ruscus aculeatus) tipica del sottobosco delle faggete e dei cedui di castagno predominanti nel territorio interessato (San Pietro di Caridà ) in Provincia di Reggio Calabria).
Funghi Rositi sott’olio (Rusiti)
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.
TECNICHE DI LAVORAZIONE: I funghi raccolti, mondati dalle impurità , vengono posti in contenitori di vetro sotto sale per un periodo di circa 2 mesi, per la fermentazione. Dopo di che verranno dissalati circa al 60% e tagliuzzati a strisce. La preparazione continua con una bollitura aromatizzata per circa 20 minuti (con aceto, aglio, lauro e origano). così pronti i funghi vengono sistemati in contenitori di vetro di vari dimensioni e peso, ricolmi di olio d’oliva e protetto da una rete di plastica per tenerli immersi (detta salvaprodotto). I vasetti, chiusi ermeticamente con capsule metalliche, sono pastorizzati ad una temperatura di oltre i 100° per un tempo non superiore ai 26 minuti, secondo le loro dimensioni. Raffreddati in vari contenitori verranno etichettati e posti in opportune scatole di cartone.
PERIODO DI LAVORAZIONE: Da maggio a ottobre.
territorio = TUTTE
INGREDIENTI UTILIZZATI: Funghi (lactarius deliciosus), olio d’oliva o di semi di girasole, sale, aceto, origano, aglio, menta, peperoncino, prezzemolo e basilico.
FORMA: Sezioni di funghi tagliati longitudinalmente.
DIMENSIONE MEDIE: Variabile.
PESO MEDIO: Da grammi 200 a grammi 4.700 la confezione.
SAPORE: Gradevole.
ODORE: Di funghi.
COLORE: Colore arancio spesso macchiato di colore verde rame.
tradizione = Da settembre fino a novembre e, più limitatamente, in agosto, si ha in Sila la maggiore produzione di funghi. I Rositi vanno riposti dopo la raccolta in contenitori che ne permettano una buona aereazione, per evitare che si deteriorino, e favorire il disperdersi delle spore sul terreno. La storia ci ha tramandato illustre vittime dei funghi: Agrippina vi avvelenò l’imperatore Claudio; alla ingestione di funghi velenosi è attribuita la morte di Gioviano, del papa Clemente VII, dell’Imperatore tedesco Carlo VI, della vedova dello zar Alessio.Esiste documentazione in grado di comprovare la tradizionalità del prodotto presso testi di cucina calabrese.
Funghi Porcini sott’olio
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.
TECNICHE DI LAVORAZIONE: I funghi raccolti (del tipo boletus edulis, aereus e pinicola) mondati dalle impurità manualmente in delle vasche di acciaio inox (misure L. 120 cm. x P. 65 cm. x H. 50 cm.) vengono tagliati e posti in contenitori di vetro sotto sale per un periodo di circa 2 mesi per la fermentazione. Dopo di che verranno dissalati circa al 60% e tagliuzzati a strisce. La preparazione continua con una bollitura aromatizzata per circa 20 minuti (con aceto, aglio, lauro e origano). così pronti i funghi vengono sistemati in contenitori di vetro di vari dimensioni e peso, ricolmi di olio d’oliva e protetti da una retina di plastica per tenerli immersi (detta salvaprodotto). I vasetti chiusi, ermeticamente con capsule metalliche sono pastorizzati ad una temperatura oltre i 100° per un tempo non superiore ai 26 minuti, a secondo le loro dimensioni. Raffreddati in vari contenitori verranno etichettati e posti nelle apposite scatole di cartone.
PERIODO DI LAVORAZIONE: Da maggio a ottobre.
territorio = TUTTE
INGREDIENTI UTILIZZATI: Funghi (boletus iuteus, boletus aereus, boletus pinicola), olio d’oliva, sale, aceto, aglio, lauro e origano.
FORMA: Sezioni di funghi tagliati longitudinalmente.
DIMENSIONE MEDIE: 4-5 cm.
PESO MEDIO: Da grammi 200 a grammi 4.700 la confezione.
SAPORE: Gradevole.
ODORE: Fresco gradevole.
COLORE: Bianco-giallognolo.
tradizione = Da settembre fino a novembre e, più limitatamente, in agosto, si ha in Sila la maggiore produzione di funghi. I principali, mangerecci, che si trovano nei boschi silani son i gallinacci (Cantharellus cibarius), i porcini (Boletus edulis), i rositi (Lactarius deliciosus), l’ovulo (Amanita caesaria), i prataioli (Csalliota campestris). Sono funghi con cappello dapprima emisferico, poi più o meno piano, con tubuli dapprima bianchi o biancastri poi gialli o verdognoli, da pori piccoli e più o meno circolari. Il gambo dapprima tozzo e rigonfio, diviene allungato e cilindrico e può raggiungere la lunghezza di una quindicina di centimetri. I funghi raccolti vanno riposti in contenitori che ne permettano una buona areazione per evitare che si deteriorino, e favorire il disperdersi delle spore sul terreno. La storia ci ha tramandato illustre vittime dei funghi: Agrippina vi avvelenò l’imperatore Claudio; alla ingestione di funghi velenosi è attribuita la morte di Gioviano, del papa Clemente VII, dell’Imperatore tedesco Carlo VI, della vedova dello zar Alessio.Esiste documentazione in grado di comprovare la tradizionalità del prodotto presso testi di cucina calabrese.
Funghi Porcini silani (Sillo)
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.
PERIODO DI LAVORAZIONE: Settembre/ottobre.
territorio = CS
FORMA: Cappello: da emisferico a convesso.
DIMENSIONE MEDIE: Da 6 a 15 cm. (cappello).
PESO MEDIO: Da 50 a 300 gr. circa.
SAPORE: Gradevole e tipico.
ODORE: Molto profumato.
COLORE: Cappello: tipicamente scuro.
AREA DI PRODUZIONE: Altopiano silano.Da settembre fino a novembre e, più limitatamente, in agosto, si ha in Sila la maggiore produzione di funghi. I porcini sono funghi con cappello molto carnoso, da emisferico a convesso, poi appiattito, sodo e carnoso; cuticola asciutta, finemente vellutata. Il gambo dapprima tozzo e rigonfio, diviene allungato e cilindrico e può raggiungere la lunghezza di una quindicina di centimetri. Il porcino silano ha il cappello di colore tipicamente scuro, almeno nel giovane, da bruno nerastro a bruno seppia, spesso con delle chiazze più chiare, sul giallo ocra, specialmente verso il centro. La carne è molto soda, di colore bianco immutabile. La particolarità del porcino silano è rappresentata dall’inconfondibile profumo, che svanisce dopo poche ore dalla raccolta, e dalle ottime qualità organolettiche diverse e superiori rispetto ad altri porcini raccolte in altre zone. I funghi raccolti vanno riposti in contenitori che ne permettano una buona aereazione per evitare che si deteriorino, e favorire il disperdersi delle spore sul terreno.Esiste documentazione in grado di comprovare la tradizionalità del prodotto in moltissimi testi di micologia.
Funghi misti di bosco sott’olio (Fungi miscati))
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.
TECNICHE DI LAVORAZIONE: I funghi raccolti, mondati dalle impurità manualmente in delle vasche di acciaio inox, vengono tagliati e posti in contenitori di vetro sotto sale per un periodo di circa 2 mesi per la fermentazione. Dopo di che verranno dissalati circa al 60% e bolliti con l’aggiunta di aromi naturali (aceto, origano, menta e peperoncino) per circa 15 minuti. così pronti i funghi vengono sistemati in vasetti, e ricolmi di olio e chiusi. I vasetti chiusi sono pastorizzati ad una temperatura oltre i 100°. Raffreddati vengono etichettati e posti nelle apposite scatole di cartone.
PERIODO DI LAVORAZIONE: Da settembre a novembre.
territorio = TUTTE
INGREDIENTI UTILIZZATI: Funghi (boletus iuteus, tricholoma portentosum, tricholoma terreum, lactarius deliciosus, armillaria mellea), prezzemolo, olio d’oliva, sale, aceto, origano, menta, peperoncino, aglio e basilico.
FORMA: Sezioni di funghi tagliati longitudinalmente.
DIMENSIONE MEDIE: Variano a diversità del tipo di fungo.
PESO MEDIO: Da grammi 200 a grammi 4.700.
SAPORE: Gradevole e un po’ piccante.
ODORE: Si sente l’odore dei funghi, aglio, menta e basilico.
tradizione = Da settembre fino a novembre e, più limitatamente, in agosto, si ha in Sila la maggiore produzione di funghi. I principali, mangerecci, che si trovano nei boschi silani sono i gallinacci (Cantharellus cibarius), i porcini (Boletus edulis), i rositi (Lactarius deliciosus), l’ovulo (Amanita caesaria), i prataioli (Csalliota campestris). Sono funghi con cappello dapprima emisferico, poi più o meno piano, con tubuli dapprima bianchi o biancastri poi gialli o verdognoli, da pori piccoli e più o meno circolari. Il gambo dapprima tozzo e rigonfio, diviene allungato e cilindrico e può raggiungere la lunghezza di una quindicina di centimetri. I funghi raccolti vanno riposti in contenitori che ne permettano una buona aereazione per evitare che si deteriorino, e favorire il disperdersi delle spore sul terreno. La storia ci ha tramandato illustre vittime dei funghi: Agrippina vi avvelenò l’imperatore Claudio; alla ingestione di funghi velenosi è attribuita la morte di Gioviano, del papa Clemente VII, dell’Imperatore tedesco Carlo VI, della vedova dello zar Alessio.Esiste documentazione in grado di comprovare la tradizionalità del prodotto presso testi di cucina calabrese.
Funghi Rosito (Rusiti)
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.
PERIODO DI LAVORAZIONE: Da settembre a novembre.
territorio = CS
FORMA: Cappello: 2/6 cm., ombellicato.
DIMENSIONI MEDIE: 3-6 cm.
PESO MEDIO: 50-200 gr.
SAPORE: Tipico e gradevole.
ODORE: Non molto profumato.
COLORE: Giallo-arancio vivo.
AREA DI PRODUZIONE: Altopiano Silano.Da settembre fino a novembre e, più limitatamente, in agosto, si ha in Sila la maggiore produzione di funghi. I rositi sono funghi con cappello inizialmente convesso, poi più aperto ed infine disteso, ha forma di coppa ombellicato, di colore giallo arancio vivo. La particolarità del Rosito silano è rappresentata dalle ottime qualità organolettiche diverse e superiori ad altri rositi raccolti in altre zone. I funghi raccolti vanno riposti in contenitori che ne permettono una buona areazione per evitare che si deteriorino, e favorire il disperdersi delle spore sul terreno.Esiste documentazione che comprova la tradizionalità del prodotto in molti testi di micologia.
Finocchio di Isola Capo Rizzuto (Finuacchiu)
lavorazione = La coltivazione viene effettuata con la semina diretta, raramente col trapianto di piantine prodotte in vivaio.Le cultivar più rappresentate sono nell’ordine: il Romanesco; il Mammouth; il Trevi; il Montebianco; il Giugnese.La semina tuttora eseguita secondo le fasi lunari, inizia in luglio-agosto e termina in ottobre per raccolte che vanno da novembre a maggio-giugno.La produzione raggiunge i 40.000 Kg./ha con una resa in prodotto commerciale del 50-70%.La lavorazione e il confezionamento vengono effettuali per il 90% da commercianti campani che acquistano il prodotto in blocco sul campo, spesso con contratti di coltivazione.Esistono poche realtà locali di lavorazione che hanno iniziato recentemente tale attività .
territorio = KR
descrizione = Il finocchio (Foeniculum vulgare Mill, sottospecie capillaceum, var. dulce o aziricum), appartiene alla famiglia delle Ombrellifere. E’ una erbacea che, nella forma coltivata, raggiunge circa 70-80 cm. di altezza. La parte edule utilizzata commercialmente è rappresentaa dal “grumulo”, costituito dalla porzione basale dei piccioli fogliari, ingrossati per l’accumulo di acqua e sostanze zuccherine di riserva.La specie spontanea è presente naturalmente sul territorio, mentre, a scopo commerciale, vengono utilizzate cultivar ormai affermate, quali sopratturro il “Romanesco”.Gli elementi che caratterizzano e rendono apprezzato il “Finocchio di Isola Capo Rizzuto”, le cui qualità aromatiche hanno consentito la diffusione della coltura ai livelli attuali ed il successo del prodotto commerciale sui mercati nazionali ed esteri, sono:
- influenza dei fattori pedoclimatici;
- professionalità raggiunta dagli imprenditori agricoli;
- coltivazione improntata su criteri non estremamente intensivi;
- impiego di fertilizzanti e fitofarmaci basato sulla coltivazione guidata dai tecnici operanti sul territorio e comunque a ridotto impatto tossicologico e ambientale.
AREA DI PRODUZIONE: Territorio di Isola Capo Rizzuto (KR).Il territorio di Isola Capo Rizzuto, vede l’introduzione della coltura del finocchio, come delle altre colture orticole, negli anni cinquanta-sessanta, dopo la riforma agraria.Negli anni settanta, successivamente all’entrata in funzione dell’impianto irriguo collegato al lago di S. Anna, la superficie interessata raggiunse i livelli attuali pari a circa 2.500 ettari.Sono molte le imprese agricole che nel corso degli anni hanno praticato tale coltura, tra le più significative vi sono le seguente Aziende Agricole: Fauci; Maiorano; Lucifero; Battipaglia; Vallone; Maiolo; Vetere.