Pitta ‘mpigliata o ‘mbigliulata (Pitta ‘nchiusa, Pitta ccu passuli)
![pitta 'nchiusa](https://i0.wp.com/www.dnacalabro.com/wp-content/uploads/2013/09/pitta-nchiusa-300x225.jpg?resize=300%2C225)
Sono state trovate tracce di questo dolce nuziale in un documento notarile che risale al 1728. Si tratta di un contratto di matrimonio stipulato tra i coniugi Giaquinta di San Giovanni in Fiore che acconsentono di dare in sposa la propria figlia al possidente Battista Caligiuro, alle condizioni che: “…a far la bocca dolce ai commensali penserà la famiglia dello sposo, che a fine pranso dovrà offrire la pitta ‘mpigliata preparata anzitempo curando che la pitta sia di finezza giusta…”.
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Pitta di San Martino
![Pitte_San_Martino](https://i0.wp.com/www.dnacalabro.com/beta/wp-content/uploads/2013/09/Pitte_San_Martino-300x225.jpg?resize=300%2C225)
L’Aspromonte ha alcune sue peculiarità in tema di pasticceria, il territorio montano della provincia di Reggio Calabria vanta una tradizione pasticciera assolutamente originale: si producono ancora oggi dolci tipici di straordinaria bontà che ben si legano alle vicende storiche, recenti e remote della nostra terra. Una menzione particolare la meritano “Le Pitte di San Martino”, una delicata pasta di pane con frutta fresca e noci, e lo “Stomatico”. Nella provincia reggina costituiscono dolce tradizionale della festività natalizia, altrove si usano per onorare l’estate di San Martino, onde il nome di Pitte di San Martino.
Citati da:
- Luigi Veronelli in “L’aristocrazia dei dolci”, supplemento al n. 1211 di EPOCA 1973, Arnoldo Mondadori Editore.
- Guido Miggiano “Ricordi della vecchia Reggio”, Editrice La voce di Calabria, Reggio Calabria 1973.