Questi dolci, tipicamente delle zone del cosentino, fanno ormai parte della tradizione dolciaria natalizia. Consumati freddi vengono solitamente accompagnati da liquori dolci o vini liquorosi. Presso testi di cucina calabrese e di storia delle tradizioni popolari esiste la documentazione che comprova la tradizionalitĂ del prodotto.
LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.
TECNICHE DI LAVORAZIONE: Sciolto lo strutto sul fuoco si aggiungono alcune uova intere, alcuni tuorli, l’anice e lo zucchero. Si sbatte il composto per qualche minuto quindi si aggiunge la farina. Dall’impasto morbido si formano lunghi e sottili cilindri (il diametro non deve superare di molto il centimetro). Poi si unge il manico di un cucchiaio di legno con dell’olio e, intorno a questo, si arrotolano i segmenti di pasta formando così tante spirali. Si scalda quindi l’olio e si friggono poco alla volta le scalille che verranno solo scottate. si lasciano quindi raffreddare e poi si pennellano con miele fuso. Quando quest’ultimo sarĂ asciugato, i dolci potranno essere confezionati. In alternativa le scalille possono essere ricoperte di glassa o di cioccolato.
PERIODO DI LAVORAZIONE: Mese di dicembre.
territorio = CS
INGREDIENTI UTILIZZATI: Farina tipo “0”, zucchero, strutto, anice, uova, olio, miele d’api.
FORMA: Spirale intrecciata.
DIMENSIONI MEDIE: Circa 10 cm. di lunghezza, 5 cm. di larghezza.
PESO MEDIO: 50 Gr.
SAPORE: Molto dolce.
COLORE: Miele.