Fichi d’India di Calabria (Ficundiane)

fichi-india

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Miste.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: La pianta, anche se si presta, ancora non viene coltivata in Calabria, ma vegeta spontaneamente su quasi tutto il territorio regionale, in particolare in prossimità delle coste, quindi non necessita di alcuna lavorazione.

MATURAZIONE STAGIONATURA DEL PRODOTTO: Il periodo di maturazione va dal mese di agosto al mese di ottobre.

territorio = TUTTE

fichi-india

FORMA: Cilindrica.

DIMENSIONI MEDIE: Lunghezza cm. 10, larghezza cm. 5.

PESO MEDIO: 45-60 gr.

SAPORE: Molto dolce.

ODORE: Profumo tipico.

COLORE: Giallo con riflessi rossi.

tradizione = Nome volgare della pianta Opuntia Ficus-indica appartenente alla famiglia delle Cactacee. Il fico d’india è originario dell’America del Sud, ma si è ben acclimatato nel Mediterraneo dove vive sia coltivato sia inselvatichito. Un tempo la pianta delineava i confini di proprietà terriera. Le bucce, in alcune località calabresi, venivano accuratamente spazzolate dalle spine, asciugate al sole e conservate in salamoia per poi consumarle durante l’inverno. La pianta è caratterizzata da rami appiattiti, spinosi, articolati, fiori solitari con petali numerosi. I frutti, noti appunto come Fichi d’India, sono eduli e dolci, ma protette da rigide setole pungenti. La polpa è di colore giallo o di colore rossastro.La vegetazione spontanea-selvatica e le particolari condizioni pedoclimatiche della Calabria conferiscono al prodotto una qualità organoletticamente superiore a quella di altri Fichi d’India prodotti in altre regioni d’Italia. Il prodotto deve anche la sua tradizionalità e qualità alla particolarità delle cultivar selvatiche presenti.E’ presente, allo stato selvatico, da tantissimi anni su quasi tutto il territorio Calabrese.

Fichi del cosentino

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Miste.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: Lavorazioni tradizionali usate generalmente in frutticoltura.

territorio = CS

FORMA: Ovoidale.

DIMENSIONI MEDIE: Pezzatura media.

PESO MEDIO: 50 gr.

SAPORE: Dolce zuccherino, gradevolissimo.

ODORE: Tipico.

COLORE: Verde chiaro.

tradizione = Sui fichi di Calabria così si è espresso molto significativamente l’Abate Giocchino da Fiore: “Nientemeno più prezioso, e per la copia e per la perfezione egli è il raccolto dei fichi. Principia egli nel mese di giugno e si allunga fino all’altro di decembre, sempre l’une succedendo all’altre … nere, bianche, altre brune, altre rossaccie, tutte però così dolci, che filano dalla creduta bocca stille di miele, e come se per filarlo non bastasse una sola apertura sul capo, sovvente ancora si stracciano per i fianchi”.Albero grande, di media vigoria, chioma aperta e tendenzialmente assurgente, folta. Foglie per lo più trilobate (60-70%), ma anche intere (20%) e pentalobate (10-20%). I fichi del cosentino, Fioroni, cultivar Dottato, maturano in Provincia di Cosenza dal 20 giugno. Per l’80-85% cascolano prima di maturare. Hanno pezzatura media, forma ovoidale tendente alla trottola, ostiolo semiaperto, buccia verde chiaro con poche fenditure. Ricettacolo violaceo. Semi piccolissimi. Polpa di colore rosa ambrato. Sapore poco aromatico, dolce zuccherino, spesso mielato, gradevolissimo. Il prodotto deve la sua tradizionalità alle particolari condizioni pedoclimatiche del territorio cosentino che conferiscono una qualità organolettica superiore a quella di altri fichi prodotti nella Regione.Esiste documentazione in grado di comprovare la tradizonalità del prodotto sul manuale pratico “Il fico” di Giorgio Grassi.

Farina di castagne

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Tecniche manuali o meccanizzate.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: Le castagne essiccate vengono intaccate sulla parte esterna eliminando accuratamente il pericarpo e l’episperma.Successivamente, il prodotto viene macinato e insacchettato sotto vuoto ed avviato alla commercializzazione.

PERIODO DI LAVORAZIONE: Invernale.

CONSEVAZIONE: In luogo fresco ed asciutto, a temperatura ambiente sottovuoto.

territorio = TUTTE

INGREDIENTI UTILIZZATI: Castagne secche.

FORMA: In polvere.

DIMENSIONI MEDIE: Varie.

SAPORE: Dolce.

ODORE: Tipico.

COLORE: Nocciola chiaro.

tradizione = Durante la peste nera il castagno era denominato anche albero del pane perchè la farina del frutto veniva utilizzata per la produzione del pane. Dal ‘900 è utilizzato come ingrediente per le produzioni dolciarie e non va dimenticato che la farina è indicata per le persone affette da morbo-celiaco.

Fagiolo poverello bianco

lavorazione = Semina effettuata dopo il 13 giugno (gli agricoltori sostengono che la semina effettuata in questo periodo concorre ad evitare lo sviluppo del tonchio) con preparazione del terreno tramite aratura, frangizollatura e successiva deposizione del seme nelle fossette. Le fossette di forma quadrata vengono disposte in file binate.Messa in opera (a 10 giorni dall’emergenza delle piantine) di paletti di castagno per il sostegno delle piante.Operazioni colturali: irrigazione secondo la tecnica tradizionale a scorrimento; lotta alle malerbe con metodi tradizionali (manualmente con l’ausilio di zappette e piccoli mezzi meccanici); raccolta dei baccelli secchi effettuata manualmente nel mese di ottobre.

territorio = CS

TERRITORIO INTERESSATO DALLA PRODUZIONE: Provincia di Cosenza nell’Area del Parco nazionale del Pollino (Comuni di Mormanno, Laino Castello e Laino Borgo).

tradizione = Attualmente il fagiolo Poverello si coltiva nel territorio di origine su una superficie complessiva di 30 Ha. Le testimonianze degli agricoltori più anziani ricordano che tale coltura, negli anni passati, si coltivava su una superficie di 1.000 Ha. Secondo alcuni esperti, le particolari caratteristiche organolettiche dovute al sapore delicato e la facilità della cottura conferiscono a questo fagiolo ottime caratteristiche qualitative.Questa varietà, inoltre, presenta una notevole resitenza genetica alle principali malattie fungine del fagiolo (Antracnosi e Rizoconiosi) e altresì una notevole resistenza agli attacchi di ragnetto rosso. Il tonchio, inoltre, non è stato riscontrato sul fagiolo poverello bianco negli stessi ambienti. Le caratteristiche dell’ecotipo locale sono naturalmente determinate anche dall’ambiente pedoclimatico specifico.

Fagiolo di Caria o del Poro (Surjaca ‘i Caria)

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: Si semina in giugno-luglio e dopo le relative operazioni colturali la raccolta avviene in settembre-ottobre. Segue per 15-20 giorni l’essiccazione al sole, su spallette in legno, con tutto il fusto, battitura e/o trebbiatura.

MATURAZIONE STAGIONATURA DEL PRODOTTO: Esiccazione per 15-20 giorni al sole.

CONSERVAZIONE: Vengono conservati dopo essiccati, in recipienti vari.

territorio = VV

FORMA: Baccello a sezione circolare incurvata.

DIMENSIONI MEDIE: 6-10 cm.

PESO MEDIO: 20-30 gr.

SAPORE: Dolce cremoso.

ODORE: Tipico.

COLORE: Seme di colore bianco.

tradizione = Questo prodotto viene coltivato nel Vibonese da diversi secoli, dall’ultimo dopoguerra la produzione ha seguito andamenti crescenti fino agli anni ’80 e conseguente periodo decrescente. La pianta è esile di medio accrescimento a sviluppo determinato e conformazione cespugliosa alla maturazione. Il baccello è a sezione circolare leggermente incurvata. Il seme, parte edule, è di colore bianco e di sapore dolce. Il fagiolo di Caria deve la sua tradizionalità e qualità sia alla particolarità della cultivar e sia alla tecnica di produzione rimasta invariata nel tempo. Le particolari condizioni microclimatiche dell’area del Poro conferiscono al prodotto una qualità organoletticamente superiore a quella degli altri fagioli prodotti in altre zone anche limitrofe.Esiste documentazione che comprova la tradizionalità del prodotto presso testi delle tradizioni popolari.

Crocette (Crucette)

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: I fichi bianchi, provenienti da zone non ricche di acqua, si raccolgono quando sono parzialmente appassiti, mettendoli ad essiccare al sole, su apposite stuoie. Quando sono essiccati si spaccano in due lasciandoli attaccati al peduncolo, si imbottiscono di noci o mandorle o nocciole e buccia di agrumi. Si richiudono appiattendoli e incrociandoli. Si cospargono di polvere di zucchero e cannella. Successivamente cuociono in forni moderatamente caldi, alimentati con frasche di olivo e di ginestra.

PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.

territorio = TUTTE

INGREDIENTI UTILIZZATI: Fichi secchi, cannella, zucchero, noci, nocciole o mandorle, scorze di arance, limoni o di cedri.

FORMA: A croce.

DIMENSIONI MEDIE: 10 cm.

PESO MEDIO: 50 gr.

SAPORE: Dolce.

ODORE: Cannella, fichi cotti.

COLORE: Dorato.

tradizione = Sui fichi di Calabria così si è espresso molto significativamente l’Abate Giocchino da Fiore: “Nientemeno più prezioso, e per la copia e per la perfezione egli è il raccolto dei fichi. Principia egli nel mese di giugno e si allunga fino all’altro di decembre, sempre l’une succedendo all’altre … nere, bianche, altre brune, altre rossaccie, tutte però così dolci, che filano dalla creduta bocca stille di miele, e come se per filarlo non bastasse una sola apertura sul capo, sovvente ancora si stracciano per i fianchi”.

Coroncine di fichi secchi al mirto (Filari ‘i ficu)

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: I fichi secchi vengono fatti passare dentro un rametto di mirto, fino a formare un cerchio.

PERIODO DI LAVORAZIONE: Da settembre a marzo.

territorio = TUTTE

INGREDIENTI UTILIZZATI: Fichi, zucchero, aromi naturali, rametti di mirto.

FORMA: Rotonda.

DIMENSIONE MEDIE: Lunghi 30 cm., diametro 3-4 cm.

PESO MEDIO 500 gr.

SAPORE: Speziato.

ODORE: Fichi cotti.

COLORE: Biondo scuro.

tradizione = Sui fichi di Calabria così si è espresso molto significativamente l’Abate Giocchino da Fiore: “Nientemeno più prezioso, e per la copia e per la perfezione egli è il raccolto dei fichi. Principia egli nel mese di giugno e si allunga fino all’altro di decembre, sempre l’une succedendo all’altre … nere, bianche, altre brune, altre rossaccie, tutte però così dolci, che filano dalla creduta bocca stille di miele, e come se per filarlo non bastasse una sola apertura sul capo, sovvente ancora si stracciano per i fianchi”.

Confettura di pomodori rossi (Marmellata ‘i pimmaduari)

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: I pomodori rossi si tagliano in due parti uguali e si spremono per far si che elimini l’acqua di vegetazione ed i semi. Si aggiunge quindi del succo di limone e della scorza grattugiata. Si fa poi bollire il composto per qualche minuto, in appositi pentoloni, quindi si passa al setaccio la polpa dei pomodori, che viene poi unita allo zucchero ed alla vaniglia. A questo punto si riporta  il composto in ebollizione finchè non raggiunge la giusta consistenza. Terminata questa fase si procede ad unire alla confettura un liquore, si toglie poi dal fuoco e si versa, quando ancora bollente, nei barattoli destinati alla conservazione che vengono chiusi ermeticamente. I contenitori, solitamente di vetro, si conservano in luoghi freschi e bui.

PERIODO DI LAVORAZIONE: Da giugno a settembre.

territorio = TUTTE

INGREDIENTI UTILIZZATI: Pomodori dalla polpa consistente, zucchero, limone, vaniglia, liquore a piacere.

FORMA: Molle e gelatinosa.

SAPORE: Dolce e liquoroso.

ODORE: Pomodoro.

COLORE: Rosso.

Collane di peperoni secchi (Pipi siccati)

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: I peperoni rossi, interi e sani, vengono infilati per il picciolo in lunghe collane di filo, appesi ai muri esterni delle case al sole. L’essiccazione varia dai 10 ai 20 giorni.

PERIODO DI LAVORAZIONE: Estivo.

MATURAZIONE STAGIONATURA DEL PRODOTTO: Essiccazione solare.

territorio = TUTTE

INGREDIENTI UTILIZZATI: Peperoni rossi, generalmente piccanti.

FORMA: Tipico dell’ortaggio.

DIMENSIONI MEDIE: Di 15 ai 20 cm. di lunghezza.

PESO MEDIO: Variabile.

SAPORE: Piccante.

ODORE: Intenso.

COLORE: Rosso vivo.

tradizione = Esiste documentazione che comprova la tradizionalità del prodotto presso numerosi testi di tradizioni popolari.

Clementine della Piana di Sibari

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.

TECNICA DI LAVORAZIONE: Si attuano le tradizionali tecniche di lavorazione usate in genere in agrumicoltura.

territorio = CS

FORMA: Sferica.

DIMENSIONI MEDIE: Diametro 46-63 mm./altezza 2-5 cm.

PESO MEDIO: 80-100 gr.

SAPORE: Dolcissimo.

ODORE: Profumo intenso.

COLORE: Arancione – rosso vivo.

AREA DI PRODUZIONE: Piana di Sibari (CS).Questo prodotto è ottenuto dall’incrocio tra arancio e mandarino, ha la buccia finissima e polpa di colore intenso, senza semi e sempre dolcissimo, profumo aggressivo. Con queste caratteristiche organolettiche di eccellenza, le clementine della Piana di Sibari, si differenziano rispetto alle altre clementine prodotte in Calabria, il tutto è dovuto alle caratteristiche botaniche e alle particolari condizioni microclimatiche  del territorio di produzione.Il prodotto deve la sua tradizionalità alla particolarità delle cultivar e alle tecniche di lavorazione rimaste invariate nel tempo.

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