reggio calabria

Torroncino (Torroncino di sposi)

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: Si amalgamano con mestolo di legno gli ingredienti in un recipiente di rame sul fuoco, si stende il composto su un telaio di legno con matterello e si taglia a pezzi.

PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.

territorio = RC

INGREDIENTI UTILIZZATI: Mandorle, zucchero e chiodi di garofano.

FORMA: Rettangolare.

DIMENSIONI MEDIE: Varie.

PESO MEDIO: 25 gr.

SAPORE: Dolce.

ODORE: Gradevole.

COLORE: Bianco sporco.

AREA DI PRODUZIONE: Comuni della Locride (RC).

Prodotto tradizionale della pasticceria familiare e aziendale del comprensorio della locride.

Tartine di sanguinaccio (Tartini i sanguinacciu)

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: Filtrare il sangue per togliere eventuali impurità e versarlo in una casseruola. Unire il mosto cotto oppure il latte, lo zucchero, il cacao ed un po’ di cannella, precedentemente pestata nel mortaio insieme ai chiodi di garofano. Farlo cuocere a fuoco lento, rimestando con delicatezza ed a lungo. Il sangue dovrà addensarsi in una crema, solo allora aggiungere al sanguinaccio le mandorle e le noci tritate grossolanamente, l’uvetta già ammorbidita ed i pinoli. Riempire le tartine e servire ben freddo.

PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.

territorio = RC

INGREDIENTI UTILIZZATI: Sangue di maiale, zucchero, mosto cotto o cioccolato fondente, latte, amido o fecola di patate, uvetta sultanina, pinoli, mandorle, gherigli di noci, cannella, chiodi di garofano.

FORMA: Tartina.

DIMENSIONI MEDIE: 5 – 6 cm.

PESO MEDIO: 50 – 70 gr.

SAPORE: Deciso.

ODORE: Intenso.

tradizione = Si prepara e si consuma nello stesso periodo (invernale) in cui si celebra il rito delle frittole del maiale, proprio per le sue caratteristiche di consistenza, robustezza e “pesantezza”. Il “massaro” raccoglie il sangue del maiale ancora caldo in un secchio, lo mescola ininterrottamente per alcuni minuti per evitare che coaguli.Era in uso sin dal XIX secolo, veniva servito durante i matrimoni su cialde o crostoni zuccherati, o fritto o salato e piccante.La ricetta è riportata su “Il libro d’oro della cucina e dei vini di Calabria e Basilicata” di Ottavio Cavalcanti, Editore Mursia – 1979.

Taglierini e ciciri o Laganelle e ciciri

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: Lavorare la farina con l’acqua a mano fino ad ottenere una sfoglia morbida. Tirarla con il laganature o schianaturi (antesignano del moderno matterello), avvolgerla su se stessa e tagliarla con un coltello ricavando le laganelle (tagliatelle), larghe circa 5 mm.Mettere a bagno i ceci dalla sera precedente e cuocerli, in un tegame di terracotta direttamente sul fuoco, in abbondante acqua salata senza alcun condimento, ma con l’aggiunta di due foglie di alloro. A cottura ultimata aggiungere le tagliatelle già lessate e amalgamare il tutto con olio crudo e prezzemolo tritato.

PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.

territorio = RC

INGREDIENTI UTILIZZATI: Ceci, farina, acqua, alloro, prezzemolo e sale.

SAPORE: Gustoso e leggermente dolciastro.

ODORE: Aromatico.

AREA DI PRODUZIONE: Area greacanica della Provincia di Reggio Calabria.

E’ il piatto rituale del due novembre, commemorazione dei defunti.La ricetta è riportata da Ottavio Cavalcanti su “Panza chjina fa cantari – cucina e vini di Calabria” P. Perri Editore.

Stroncatura (Struncatura)

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: Preparare un condimento a base di olio abbondante, aglio, acciughe e olive, aggiungere la pasta al condimento, spolverare con formaggio e mollica di pan grattato.

PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.

stroncatura Continua a leggere “Stroncatura (Struncatura)”

Sospiri di monaca

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Esclusivamente manuale.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: Preparare il Pan di Spagna, tagliare due dischi alti circa 3 cm., riempire il centro con crema pasticcera bianca, riunire le due parti in modo da ottenere una cassatina con al centro la crema, farcire l’esterno con glassa bianca e guarnire con una ciliegina candita.

PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.

territorio = RC

INGREDIENTI UTILIZZATI: Pan di Spagna, crema bianca, glassa, ciliegia candita.

FORMA: Cassatina.

DIMENSIONI MEDIE: Diametro 10 cm., alto 6 cm.

PESO MEDIO: 100 – 150 gr.

SAPORE: Dolce.

ODORE: Glassato.

TERRITORIO INTERESSATO DALLA PRODUZIONE: Bagnara Calabra (RC).

Dolce tipico di Bagnara Calabra dove la lunga tradizione religiosa oltre ad aver lasciato ricche testimonianze ha condizionato anche la nomenclatura di alcuni dolci.

Sorbetto al bergamotto

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Miste.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: Sciogliere lo zucchero in acqua ed aggiungere il succo di bergamotto ed il neutro, fare mantecare per circa dieci minuti alla temperatura di -8°C. Conservare nelle campane d’acciaio a 12°C.

sorbetto al bergamotto

PERIODO DI LAVORAZIONE: Tutto l’anno.

territorio = RC

INGREDIENTI UTILIZZATI: Zucchero, acqua, succo di bergamotto, neutro.

SAPORE: Fresco.

ODORE: Tipico del bergamotto.

tradizione = Il bergamotto è un agrume che ha un eccellente areale di coltivazione in Provincia di Reggio Calabria. Esso viene utilizzato non solo come essenza in profumeria, ma anche in pasticceria e per la produzioni di prodotti tipici. L ‘utilizzo del bergamotto nella produzione dolciaria, risale alle tavole imbandite e ai celeberrimi banchetti del rinascimento. L’arte e la creatività dei maestri pasticceri di Reggio Calabria hanno valorizzato attraverso diverse elaborazioni il sapore insolito di questo agrume. Il Sig. Marino, titolare della pasticceria “Il Bergamotto”, ha fatto di questo frutto tipico l’ingrediente base di molti dolci, circa 25, della sua produzione. Tra questi le paste di mandorla arricchite dalla marmellata di bergamotto ed il sorbetto al bergamotto sono quelli maggiormente rappresentativi.La particolare sensazione di freschezza che rimane in bocca dopo aver degustato il sorbetto al bergamotto del Sig. Marino è da attribuire alla sua abilità nel bilanciare nel modo migliore gli ingredienti, è stato definito dai migliori pasticceri nazionali come “il sorbetto che mancava”. Questo prodotto è stato degustato al Florian di Venezia, al caffè Greco di Roma, al Casinò di Sanremo, a Palazzo Chigi, etc.. Inoltre, è stato presentato in almeno 15 trasmissioni televisive di prima fascia sulle reti nazionali.

Sammartine (Pitte)

LAVORAZIONE DEL PRODOTTO: Miste.

TECNICHE DI LAVORAZIONE: Si macinano i fichi, si amalgamano con gli altri ingredienti, si impastano con il vino cotto e si fa riposare il tutto per un giorno. si prepara la pasta esterna, si fanno le forme e si mettono in forno.

sammartine

PERIODO DI LAVORAZIONE: Dal mese di novembre al mese di gennaio.

CONSERVAZIONE: Il prodotto si presta a lunga conservazione in luogo asciutto.

territorio = RC

INGREDIENTI UTILIZZATI: Impasto: fichi secchi, noci, mandorle, uva passa, zucchero, garofano, cannella, vino cotto, buccia di mandarino, liquore. Pasta esterna: farina, zucchero, uova, strutto.

FORMA: Varie.

DIMENSIONI MEDIE: Varie.

PESO MEDIO: 50-70 gr.

SAPORE: Semidolce.

ODORE: Gradevole.

COLORE: Bianco sporco.

AREA DI PRODUZIONE: Comuni della Locride (Provincia di Reggio Calabria).Prodotto tradizionale della pasticceria familiare e aziendale del comprensorio della Locride.

Pitta di San Martino

Pitte_San_Martino
Pitte_San_Martino

L’Aspromonte ha alcune sue peculiarità in tema di pasticceria, il territorio montano della provincia di Reggio Calabria vanta una tradizione pasticciera assolutamente originale: si producono ancora oggi dolci tipici di straordinaria bontà che ben si legano alle vicende storiche, recenti e remote della nostra terra. Una menzione particolare la meritano “Le Pitte di San Martino”, una delicata pasta di pane con frutta fresca e noci, e lo “Stomatico”. Nella provincia reggina costituiscono dolce tradizionale della festività natalizia, altrove si usano per onorare l’estate di San Martino, onde il nome di Pitte di San Martino.

Citati da:

  • Luigi Veronelli in “L’aristocrazia dei dolci”, supplemento al n. 1211 di EPOCA 1973, Arnoldo Mondadori Editore.
  • Guido Miggiano “Ricordi della vecchia Reggio”, Editrice La voce di Calabria, Reggio Calabria 1973.

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Petrale (Petrali)

petrali
petrali

Dolce tradizionale legato alla festività del Natale, diffuso in tutta la provincia di Reggio Calabria. La ricetta è riportata da Carlo Baccellieri su “La buona cucina di Calabria”, Edizioni Reghion – Reggio Calabria, 1976.

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